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terça-feira, 8 de dezembro de 2015

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Italia. -- O Museu Arqueológico Nacional de Nápoles, Itália.

Museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno dei primi costituiti in Europa in un monumentale palazzo seicentesco tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, può vantare il più ricco e pregevole patrimonio di opere d’arte e manufatti di interesse archeologico in Italia. In esso sono esposti oltre tremila oggetti di valore esemplare in varie sezioni tematiche e conservati centinaia di migliaia di reperti databili dall’età preistorica alla tarda antichità, sia provenienti da vari siti antichi del Meridione, sia dall’acquisizione di rilevanti raccolte antiquarie, a partire dalla collezione Farnese appartenuta alla dinastia reale dei Borbone, fondatori del Museo.



Il primitivo impianto dell’edificio, rimasto incompiuto e destinato alle Scuderie Vicereali, di cui resta oggi solo il portale in piperno sul lato occidentale lungo via Santa Teresa, fu costruito, per ordine del viceré di Spagna, don Pedro Giron, nel 1585, dall’architetto G. V. Casale. 

La struttura venne trasformata, nel 1610 - 1615, ad opera dell’architetto Giulio Cesare Fontana, al fine di trasferirvi gli Studi: il suo progetto prevedeva la realizzazione di una fabbrica caratterizzata da un corpo centrale a due piani, sopraelevato rispetto alle due ali laterali ad un solo livello. Tuttavia, il progetto non fu portato a termine, e furono completati solo l’ala occidentale ed il corpo centrale. La facciata, riccamente decorata, presentava un susseguirsi di finestre e nicchie alternate, interrotto soltanto dal portone centrale e dai due laterali. Le finestre, con cornici variamente ornate, erano sormontate da vasi marmorei situati sui frontoni e da medaglioni con mezzi busti, mentre nelle nicchie erano statue antiche con integrazioni moderne. Il cornicione del palazzo era completato da una balaustrata in marmo con vasi e pinnacoli. Anche il corpo centrale era sormontato da statue ai lati del timpano, e da vasi e obelischi ad affiancare una piccola struttura ad arco con la campana dell’orologio. 

Nell’edificio l’Ateneo napoletano rimase per oltre un secolo e mezzo fino al suo trasferimento nel Real Convitto del Salvatore nel 1777. 

Sul finire del Settecento gli architetti Ferdinando Fuga, prima, e Pompeo Schiantarelli, poi, si apprestarono ad ampliare il vecchio Palazzo degli Studi per convertirlo a Museo universale, secondo il modello culturale enciclopedico allora in voga: “per uso del Real Museo di Portici, la Quadreria di Capodimonte, la Gran Libreria Publica, le Scuole per le tre Belle Arti (Pittura, Scultura ed Architettura), e la "Stanza per lo studio del Nudo”. In questi anni il Palazzo perse quasi tutte le sue decorazioni scultoree e, innalzato di un piano, assunse l’aspetto più compatto e imponente che ancor oggi lo caratterizza. 

Tra il 1821 ed il 1825 l’architetto Pietro Bianchi, dopo averne terminato i lavori di restauro, completò l’edificio, con l’ampliamento dell’angolo nord-orientale, curando inoltre la sistemazione della statua di Ferdinando I di Borbone eseguita dal Canova posta in una nicchia, appositamente disegnata, nel mezzo dello scalone monumentale del Museo.

Nel 1777 con il trasferimento dell’Università nel Real Convitto del Salvatore, il re Ferdinando IV decise di destinare il seicentesco Palazzo degli Studi a sede del Museo Borbonico e della Real Biblioteca. Si andava così realizzando il progetto dei Borbone di creare a Napoli, capitale del Regno, un grandioso istituto per le arti, riunendo in un solo complesso il fondo librario, la ricchissima raccolta di antichità, appartenute ad Elisabetta Farnese, madre di Carlo III, divisa tra Roma e Capodimonte, e le collezioni archeologiche formatesi durante gli scavi intrapresi nelle cittadine vesuviane dal 1738 e precedentemente esposte nel Museo Ercolanese di Portici. 

Nonostante le difficoltà economiche ed i grandi rivolgimenti politici dell’epoca, che rallentarono notevolmente l’impresa, nel 1801 fu aperta al pubblico, nel Gran Salone della Meridiana, la “Real Biblioteca di Napoli”, e durante il decennio francese (1806 - 1815) si inaugurarono le prime sezioni del “Museo Reale”. Tornati i Borbone dal temporaneo esilio in Sicilia ed arricchito di nuove importanti collezioni, quali la Borgia, la Vivenzio, e parte della stessa collezione personale formata a Napoli da Carolina Murat, il Museo fu inaugurato nel 1816 col nome di Real Museo Borbonico. 

Nel corso del XIX secolo si susseguirono molte nuove immissioni sia di collezioni private, sia di materiali provenienti dagli scavi eseguiti in Campania e nell’Italia meridionale e soprattutto nell’agro Pompeiano e Vesuviano: tra il 1830 ed il 1840, tra i monumenti di prestigio, giunsero al Museo il mosaico di Alessandro e gli altri mosaici della Casa del Fauno, il “Vetro blu”, il “Vaso di Dario”. 

Nel 1860, con l’Unità d’Italia, il Real Museo Borbonico divenne proprietà dello Stato, assumendo la nuova denominazione di “Museo Nazionale”. Tra il 1863 ed il 1875 oltre ad arricchirsi della notevolissima collezione Santangelo, esso venne completamente riordinato da Giuseppe Fiorelli, secondo un criterio tipologico. 

Alla nuova riorganizzazione operata da Ettore Pais tra il 1901 ed il 1904 fecero seguito sistemazioni di singole collezioni, rese possibili anche dalla disponibilità di nuovi spazi creatisi con i trasferimenti, nel 1925, della Biblioteca nel Palazzo Reale di Napoli e, nel 1957, della Pinacoteca nell’attuale Museo di Capodimonte. Rimasero così in questa sede soltanto le ricche collezioni di antichità, cosicché il Museo iniziò ad assumere la sua odierna identità di Museo Archeologico. 

Attualmente, quasi ultimato un restauro radicale dell’edificio, si va realizzando una globale nuova sistemazione delle collezioni tesa a documentare da un lato il collezionismo privato, dall’altro i vari contesti topografici di scavo.



http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale


Cultura e conhecimento são ingredientes essenciais para a sociedade.

Vamos compartilhar.

--br via tradutor do google
O Museu Arqueológico Nacional de Nápoles, Itália.

O Museu Arqueológico Nacional de Nápoles, um dos primeiros feitos na Europa, em um edifício do século XVII monumental entre o final do século XVIII e início do século XIX, possui a coleção mais rica e valiosa de obras de arte e artefatos de interesse arqueológico na Itália . 

Nele estão expostos mais de três mil objetos de valor exemplar em várias secções temáticas e manteve centenas de milhares de artefatos que datam da pré-história até final da Antiguidade, tanto a partir de vários locais antigos do Sul, é a aquisição de coleções importantes antiquários, começando da coleção Farnese, que pertencia à dinastia real dos Bourbons, os fundadores do Museu.

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A estrutura original do edifício permaneceu inacabado, visando o Stables vice-real, que permanece até hoje o único portal de Piperno, no lado oeste ao longo da Via Santa Teresa, foi construída por ordem do vice-rei da Espanha, Don Pedro Giron, em 1585, a partir de 'arquiteto GV Casale.

A estrutura foi transformada, em 1610 - 1615, pelo arquiteto Giulio Cesare Fontana, a fim de transferi-lo Estudos: seu projeto envolveu a construção de uma planta caracterizada por uma central de dois andares, erguido acima as duas alas laterais a um único nível. No entanto, o projeto nunca foi concluído, e só foi concluída a ala oeste eo corpo central. A fachada, ricamente decorado, teve uma sucessão de janelas alternadas e nichos, quebrado apenas pela porta central e dois laterais. 

As janelas, emoldurados diversamente decoradas, foram cobertas por vasos de mármore situados na parte frontal e medalhões com bustos e estátuas nos nichos que eles estavam antigo com adições modernas. A cornija do edifício foi concluído por uma balaustrada de mármore com vasos e pináculos. O edifício principal foi coberto por estátuas de ambos os lados do tímpano, e vasos e obeliscos para apoiar um pequeno arco com o sino do relógio.

Construindo a Universidade de Nápoles permaneceu por mais de um século e meio, até que ele mudou-se em Real Convitto o Salvador em 1777.

O arquitetos final do século XVIII Ferdinando Fuga, em primeiro lugar, e Pompeu Schiantarelli, em seguida, eles determinaram para expandir o antigo Palácio dos Estudos para converter um museu universal, de acordo com o modelo cultural enciclopédica então em voga: "para uso do Museu Real de Portici, a Galeria de Imagens de Capodimonte, a Grande Biblioteca Publica, as Escolas para os três Belas Artes (Pintura, Escultura e Arquitetura), e "Room for the Study of Nude". Nos últimos anos, o prédio perdeu quase todas as suas decorações esculpidas e, outra andares, assumiu a aparência mais compacta e impressionante que ainda caracteriza.

Entre 1821 e 1825 o arquiteto Pietro Bianchi, depois de ter completado o trabalho de restauração, concluída a construção, com a extensão do Nordeste, também cuidar do alojamento da estátua de D. Fernando I de Bourbon executado por Canova em um nicho, especialmente concebido, no meio da escadaria monumental do museu.

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Em 1777, com a transferência da Universidade do Real boarding o Salvador, o rei Fernando IV decidiu atribuir o século XVII Palazzo degli Studi na sede do Museu Bourbon e da Biblioteca Real. Foi alcançando assim o projeto para criar o Bourbon, em Nápoles, capital do Reino, uma grande instituição para as artes, reunindo num único complexo a coleção de livros, a rica coleção de antiguidades pertencentes a Elisabetta Farnese, a mãe de Carlos III, dividido entre Roma e Capodimonte, e as colecções arqueológicas formados durante as escavações realizadas nas cidades do Vesúvio em 1738 e anteriormente expostas no Museu de Portici Herculano.

Apesar das dificuldades econômicas e as grandes convulsões políticas da época, o que atrasou consideravelmente a empresa, em 1801, foi aberto ao público, no Grande Salão do Meridian, a "Biblioteca Real de Nápoles", e durante a década francês (1806-1815 ) foram inaugurou a primeira seção do "Museu Real". Os Bourbons retornaram do exílio temporário na Sicília e enriquecido com novas coleções, como o Borgia, o Vivenzio, ea mesma coleção pessoal formado em Nápoles por Caroline Murat, o Museu foi inaugurado em 1816 sob o nome de Real Bourbon Museum.

Durante o século XIX, seguido muitas novas entradas de ambas as coleções particulares, tanto de materiais provenientes das escavações realizadas em Campania e sul da Itália e especialmente na zona rural e Pompeian Vesuvius: entre 1830 e 1840, entre os monumentos de prestígio , chegaram ao Museu do mosaico de Alexander e os outros mosaicos da Casa do Fauno, o "vidro azul", o "Vaso de Dario."

Em 1860, com a unificação da Itália, o Bourbon Museu Real tornou-se propriedade do Estado, e mudou seu nome para "Museu Nacional". Entre 1863 e 1875, bem como enriquecer a coleção notável Santangelo, foi completamente rearranjadas por Giuseppe Fiorelli, de acordo com um critério tipológico.

A nova reorganização no Ettore Pais entre 1901 e 1904 foi seguido por alojamento de coleções individuais, tornada possível pela disponibilidade de novos espaços criados com as transferências, em 1925, a Biblioteca do Palácio Real de Nápoles e, em 1957, a Galeria de Arte no Museu de Capodimonte atual. Então eles estavam aqui apenas as ricas colecções de antiguidades para que o Museu começou a assumir a sua identidade presente do Museu Arqueológico.


Atualmente, quase completou uma restauração radical do prédio, ele vai criar um novo compromisso global de colecções destinadas a documentar um lado, os colecionadores privados, por outro lado, a vários contextos escavação topográfico.

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