Il museo è organizzato in 4 sezioni: Geologia e Paleontologia, Paleolitico ed Arte preistorica, Neolitico ed Età dei metalli, ed una sezione Etnografica dedicata alle etnie e all’arte dell’Africa sub-sahariana.
Nelle cinque sale espositive del museo sono raccontate le trasformazioni geomorfologiche e climatiche del Salento sia tramite reperti che tramite pannelli didattici, plastici, ricostruzioni grafiche e multimediali.
Ci sono resti fossili di animali che testimoniano i mutamenti avvenuti nel corso dei secoli e reperti archeologici ritrovati nelle cave di pietra di Maglie, Cursi, Melpignano e nelle grotte salentine. Pietre e frammenti di osso incisi, manufatti ceramici neolitici ed eneolitici.
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SALENTO ARCHEOLOGICO
Il Salento è un territorio estremamente interessante dal punto di vista archeologico. Testimonianze dei primi abitatori del Salento, dal Paleolitico superiore (Veneri di Parabita), si riscontrano nelle numerose grotte collocate sia sulla costa ionica che su quella adriatica (Grotta della Poesia a Roca, Grotta dei Cervi a Porto Badisco, della Zinzulusa e Romanelli aCastro, del Cavallo nella baia di Uluzzu etc.). I resti - pittogrammi, vasellame e utensili litici vari tra cui armi, resti di animali oggi scomparsi – insieme alle numerosissimetestimonianze megalitiche, attestano una lunga e continua frequentazione del Salento da parte dell’uomo preistorico.
Per quanto riguarda l’età storica numerose e interessanti sono le aree archeologiche come gli scavi di Roca, Vaste, Cavallino, Muro Leccese etc., che attestano la presenza nel Salento di insediamenti nell’età del Bronzo e in età messapica.
Sono infatti i Messapi, popolazione proveniente dalle coste dell’Illiria, che nel I millennio a.C. fondano nel territorio numerose città-stato, organizzate urbanisticamente in modo regolare e con imponenti mura di fortificazione. Popolazione bellicosa, i Messapi non consentirono ai Greci di conquistare l’ambito Salento, obbligandoli a fermarsi a Taranto dove fondarono una colonia. Isola etnica e culturale nella Magna Grecia, la Messapia continua a mantenere la propria lingua, che conosciamo tramite le numerose iscrizioni, benché non completamente decifrata, hanno una propria cultura materiale, spesso di ispirazione greca, ma di stampo locale, come testimonia la particolaretrozzella, vaso da acqua rinvenuto soprattutto nei corredi femminili, battono una propria moneta. Oltre agli scavi delle città messapiche, numerose testimonianze provengono dai ricchi corredi funerari, che testimoniano una popolazione di stampo aristocratico, che, benché non si fosse fatta conquistare militarmente dai greci, né subì sicuramente l’influenza culturale.
Riuscirono a conquistare questa potente popolazione i Romani che dal III secolo a.C. penetrano in Salento, indispensabile per chiunque avesse mire espansionistiche verso Oriente. Il territorio viene conquistato e romanizzato, come ricorda il grande poeta Ennio, originario di Rudiae, centro romano vicino all’attuale Lecce. Il Salento viene riorganizzato tramite una risistemazione del sistema stradale - basti ricordare il tracciato della via Appia che partendo da Roma raggiunge il porto di Brindisi - e del sistema agricolo. Grandi testimonianze di età romana si ritrovano a Lecce, anticamente Lupiae: l’anfiteatro e il teatro, ma anche le terme pubbliche e strutture templari di recente scoperta che facevano di Lecce una vera e propria città romana.
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